Endodonzia
7 cose fondamentali da sapere per salvare i propri denti in modo professionale
L’Endodonzia è la scienza medica, nell’ambito dell’Odontoiatria, che ha per oggetto i tessuti interni del dente, le patologie e i trattamenti correlati. Quando questi tessuti o i tessuti che circondano la radice dentale si ammalano o danneggiano a causa di carie o traumi, il trattamento endodontico permette di salvare il dente.
CHE COS’E’ un trattamento endodontico?
Il trattamento endodontico o terapia canalare, definita meno correttamente nel linguaggio comune “devitalizzazione” è una procedura con la quale si preserva un dente affetto da patologie della polpa (“nervo”) e/o dell’apice della radice (“granulomi”) dovute a carie profonda, a lesioni del dente da traumi o altre cause. Con il trattamento endodontico si rimuove il tessuto pulpare infiammato o infetto contenuto all’interno della corona del dente e dei canali delle radici, mantenendo la porzione sana del dente e la sua funzione masticatoria, dopo adeguato restauro della porzione di dente persa per la carie, il trauma e lo stesso trattamento endodontico.
QUANDO E’ NECESSARIO il trattamento endodontico?
Il trattamento endodontico si esegue più frequentemente in elementi con patologie della polpa, conseguenti a carie penetranti, traumi e fratture. A volte il danno pulpare si manifesta con dolori violenti e improvvisi, la cosiddetta “pulpite”. La pulpite non trattata può evolvere fino ad ascesso dentario con gonfiore, dolore e febbre alta. Altre volte il danno pulpare è meno evidente; la polpa muore più o meno lentamente (necrosi) e l’infezione percorre i tessuti contenuti all’interno del dente in profondità, estendendosi all’osso che circonda le radici, generando patologie comunemente definite “granulomi” o “cisti”. Altre cause possono essere i traumi alla polpa da limatura dei denti a scopo protesico o patologie più rare, meno prevedibili e di origine meno conosciuta come i riassorbimenti radicolari. In tutti questi casi trova indicazione il trattamento endodontico, a condizione che il dente da preservare soddisfi tre requisiti:
1) abbia un sostegno osseo e gengivale sano e sufficiente
2) abbia sufficiente sostanza dentale sana
3) possa essere inserito in un piano di cura che preveda durata funzionale ed estetica ragionevole.
COME SI ESEGUE un trattamento endodontico?
La terapia endodontica si esegue, dopo avere effettuato una corretta diagnosi, aver scattato una o più radiografie periapicali pre-operatorie e dopo avere correttamente isolato il campo operatorio con la diga di gomma. Si prepara la cavità d’accesso, una piccola cavità sulla superficie masticante di molari e premolari, e sulla superficie esterna o interna di incisivi e canini e si procede alla rimozione di tutto il contenuto del sistema dei canali radicolari, ovvero di residui pulpari, vitali o necrotici e micro-organismi causa dell’infiammazione. Dal punto di vista tecnico si procede in tre fasi ben distinte:
1) la sagomatura, con la quale si rimuove meccanicamente il contenuto canalare e si dà una forma conica al canale stesso, semplificando le fasi di otturazione canalare successive;
2) la detersione, con la quale si rimuove meccanicamente e si digerisce chimicamente il contenuto organico e inorganico del sistema endodontico, con soluzioni disinfettanti definite “irriganti”;
3) l’otturazione canalare, con la quale si sigilla il sistema endodontico con la guttaperca, un materiale biocompatibile e inerte, insieme a un sottile strato di cemento, in grado di prevenire la ricontaminazione batterica.
I trattamenti endodontici SONO DOLOROSI?
I trattamenti endodontici non sono dolorosi. Le tecniche anestesiologiche oggi possono assicurare sedute assolutamente indolori e l’eventuale sintomatologia post-operatoria può essere controllata con i più comuni farmaci anti-infiammatori per uso odontoiatrico. In presenza di infezioni più estese, si può fare ricorso ad antibiotici, ma questa eventualità è piuttosto rara.
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QUANTO TEMPO richiede una terapia endodontica?
I tempi di esecuzione di un trattamento endodontico si sono considerevolmente ridotti rispetto al passato. Oggi è possibile eseguire trattamenti in una singola seduta di un’ora circa, quando in passato erano previste più sedute anche molto lunghe. I tempi si allungano drasticamente in caso di “RITRATTAMENTI ENDODONTICI”, ovvero in caso di rifacimento di un precedente trattamento endodontico fallito. Durante i ritrattamenti endodontici l’operatore deve gestire e risolvere un numero maggiore di problemi: a volte deve rimuovere un perno o uno strumento fratturato, sigillare una perforazione radicolare, oppure sigillare un canale molto ampio, oppure trattare un canale calcificato, oltre a dover procedere alle fasi tecniche sopra descritte.
QUANTO TEMPO richiede una terapia endodontica?
I tempi di esecuzione di un trattamento endodontico si sono considerevolmente ridotti rispetto al passato. Oggi è possibile eseguire trattamenti in una singola seduta di un’ora circa, quando in passato erano previste più sedute anche molto lunghe. I tempi si allungano drasticamente in caso di “RITRATTAMENTI ENDODONTICI”, ovvero in caso di rifacimento di un precedente trattamento endodontico fallito. Durante i ritrattamenti endodontici l’operatore deve gestire e risolvere un numero maggiore di problemi: a volte deve rimuovere un perno o uno strumento fratturato, sigillare una perforazione radicolare, oppure sigillare un canale molto ampio, oppure trattare un canale calcificato, oltre a dover procedere alle fasi tecniche sopra descritte.
COME SI PREVENGONO i trattamenti endodontici?
La causa più frequente di patologia associata a un trattamento endodontico è la carie. Oggi è possibile prevenire le lesioni cariose attraverso una dieta corretta, un’igiene domiciliare scrupolosa, sedute di igiene orale professionali periodiche, visite di controllo da parte di operatori esperti, esami radiografici mirati, esecuzione di piccole otturazioni di carie iniziali prevenendo un maggiore danno futuro. Anche le nuove tecniche restaurative adesive giocano un ruolo determinante nella prevenzione dei trattamenti endodontici. Oggi è infatti possibile rimuovere solo il tessuto dentale cariato e restaurare il dente con materiali adesivi, limitando l’asportazione di sostanza dentale sana che prima era necessaria per garantire la tenuta meccanica del restauro.
Fonte: Accademia Italiana di Conservativa e Restaurativa
https://accademiaitalianadiconservativa.it/
Le fasi del trattamento
- Anestesia locale, così da neutralizzare il dolore in caso di polpa ancora sensibile.
- Isolamento, per mezzo di una diga di gomma, che garantisce al dentista di poter lavorare in totale sicurezza.
- Apertura della camera pulpare e reperimento dei canali radicolari con l’uso di ingrandimenti ottici.
- Misurazione della lunghezza dei canali.
- Strumentazione dei canali per esportare la polpa canalare contaminata dai batteri e dando forma alle pareti per completare l’otturazione.
- Lavaggi con ipoclorito di sodio, un disinfettante potente che assicura un ambiente asettico e pulito.
- Otturazione del canale e ricostruzione della corona.